I commenti degli studenti della terza F della scuola media Caio Duilio di Ostia (Roma), a conclusione del loro progetto di ricerca ispirato ai percorsi della memoria di Ossigeno in ricordo dei giornalisti italiani uccisi mentre svolgevano il loro lavoro.
Gli studenti della classe III F della scuola media Caio Duilio di Ostia a maggio 2021 hanno inviato questo contributo, a conclusione di un progetto sulla libertà di stampa, coordinato dalla professoressa Nadia Valentini.
“Libertà di stampa e memoria attiva” si ispira al sito “Ossigeno – Cercavano la verità. Tante storie, una sola storia”. Nel corso dell’anno scolastico 2020/2021 le studentesse e gli studenti hanno studiato le storie dei trenta giornalisti italiani uccisi a causa del loro lavoro e hanno arricchito l’aula con disegni e slogan a tema.
Il 16 maggio 2021 i rappresentanti di Ossigeno hanno incontrato gli studenti, la professoressa Valentini e il preside e hanno consegnato loro una copia del Pannello della Memoria che è ora affisso nella sede della scuola (leggi).
“Tante voci e interpretazioni diverse per raccontare un’ unica avventura condivisa”
Come nasce, cresce, vola il progetto: “Liberta’ di stampa e memoria attiva” della terza F dell’IC “Viale Vega, plesso Caio Duilio di Ostia A.S.2020/21
Dopo aver visitato il sito “Ossigeno per l’informazione” abbiamo deciso di approfondire! Ognuno di noi ha adottato un giornalista, ricercando informazioni sulla sua vita; poi, con l’intento di ridar loro VOCE, abbiamo scritto un testo in prima persona, come se fossimo NOI i caduti: la loro parola è continuata a scorrere attraverso noi! Questo progetto mi è piaciuto molto, abbiamo imparato a conoscere persone coraggiose, che si sono battute per il diritto di libertà di espressione e che, nonostante la paura, non hanno soffocato la loro voce, come non l’ha soffocata loro neanche la morte. Matilde
Penso che questo progetto sia un piccolo passo avanti verso la libertà di stampa. Nell’immagine realizzata i giornalisti sono rappresentati come papaveri sulle sponde di un ruscello; il ruscello è la libertà di informazione. Questi ruscelli formano come un groviglio di radici, che genera L’ALBERO DELLA VERITA’, come lo chiamo io. La nostra parola è come un seme: germoglia! Trasmette l’informazione! Daniele
Loro cercavano solo la verità, ma sono morti e mi sembra giusto continuare a far fiorire la loro parola! Questa immagine disegnata ha suscitato in me tante emozioni molto belle e spero faccia capire il messaggio a tutti. Elisa
L’acqua rappresenta, secondo me, la parola dei giornalisti che scorre e alimenta noi, piccoli germogli, che pia piano crescono e si sviluppano in papaveri! Attraverso ricerche e approfondimenti abbiamo appreso l’importanza dei diritti e delle libertà, che spettano a ciascuno di noi. La libertà di stampa, per me, deve essere assolutamente rispettata, nessuno deve essere privato della propria opinione personale. Emma
Questo progetto mi ha fatto scoprire cose che prima non sapevo esistessero; non sapevo che alcune persone venissero uccise solo perché facevano il loro lavoro. Daniele M.
Per il 3 maggio, giornata mondiale per la libertà di stampa, abbiamo fatto un cartellone e dei disegni. Acqua che scorre e papaveri: la parola dei giornalisti scorre e fa crescere i germogli, che indicherebbero la nuova generazione (cioè NOI) che continua a ricordare questa parola, facendoci crescere e diventare dei papaveri. Alessandra
Secondo me è molto importante fare questi lavori per ricordarli e ridargli vita! Leonardo T.
Sono venuti in classe 2 membri di “Ossigeno per l’informazione”, creatori del sito dove abbiamo visto tutti i giornalisti che sono stati uccisi; hanno fatto foto ai nostri cartelloni; abbiamo parlato dei giornalisti che sono stati messi a tacere e del fatto che i criminali tutt’oggi uccidono i giornalisti, che cercano di informare le persone di cose che sono scomode per i criminali. Jacopo
Noi siamo l’acqua che si dirama, per ricordare che nessun giornalista deve essere messo in silenzio solo perché vuole dire la VERITA’. Invece i semi e i germogli sono la parola che portano avanti i giornalisti. Mi è piaciuto molto fare questo lavoro, perché senza la nostra Memoria questi giornalisti resterebbero ancora in silenzio. Federica
Abbiamo disegnato dell’acqua che si dirama, che sarebbe la parola di questi giornalisti che, grazie a noi, continua a diffondersi; quest’acqua poi fa crescere dei papaveri che sarebbero i 30 giornalisti caduti. Questo lavoro mi è piaciuto molto e ho capito che queste persone, pur rischiando la loro vita, hanno deciso di raccontare la verità per il bene dei loro cari e delle nuove generazioni. Chiara
Il fiume rappresenta la nostra parola, ogni papavero era un giornalista, quindi noi ridiamo la parola a questi giornalisti morti! Il momento che mi è piaciuto di più è stato esporre il “mio giornalista”, sul quale avevo fatto la ricerca. Andrea
L’idea geniale: abbiamo preso spunto dalla canzone “La guerra di Piero” di De André: “Dormi sepolto…ma sono mille papaveri rossi”. L’acqua è la parola dei giornalisti uccisi, noi siamo i germogli e portiamo avanti la loro parola; questa idea, secondo me, è pazzesca, perché con una metafora riusciamo a far capire il significato a tutti e facciamo Memoria di persone che hanno lottato e combattuto per informare la gente, nonostante sapessero che stavano rischiando la vita. Emiliano
Questo lavoro mi ha trasmesso tanto, perché i giornalisti non sono per niente banali, a volte perdono la loro vita per informarci sulle cose che succedono. Ilaria
Tutti noi dovremmo prendere esempio, ispirarci a questi giornalisti; dobbiamo cercare la verità e testimoniare quando c’è bisogno, senza percorrere la strada dell’indifferenza. Leonardo
Li abbiamo rappresentati come dei papaveri e dell’acqua; l’acqua saremmo NOI, ovvero noi GIOVANI, perché possiamo continuare a mandare avanti la loro parola e far sì che non vengano dimenticati. Marina
L’immagine rappresenta un grande fiume che si ramifica e ai bordi di esso ci sono tanti papaveri, cioè i giornalisti assassinati; l’acqua del fiume è la nostra parola che continuiamo a tramandare, perché queste persone non meritavano di morire. Abbiamo fatto questo progetto anche perché l’Italia deve essere un paese libero e non comandato dalla paura. Ivan
Dobbiamo tenere a mente che, nonostante loro siano morti, la loro parola continua a vivere e a germogliare, attraverso noi ragazzi. Tutti erano “GIORNALISTI-GIORNALISTI”, ucciderli non ha fatto altro che alimentare la loro parola…PAROLA che non potrà mai essere uccisa da nessuno! Irys
A parer mio la bellezza di questo lavoro è proprio la sua simbologia, come la metafora dell’acqua, cioè la parola che continua a far sopravvivere i giornalisti, simboleggiati dai papaveri. Il progetto ci ha particolarmente coinvolto ed appassionato; credo che tutto questo lavoro di ricerca ci rimarrà impresso a lungo. Alessandro
Un lungo corso d’acqua idealmente collegato a noi studenti, che ci siamo duramente impegnati a far circolare, germogliare la LORO VOCE, anche se morti, per fare in modo che non vengano dimenticati. Questi giornalisti sono diventati per me un punto di riferimento da seguire, con la loro audacia, tenacia e, soprattutto, determinazione e dedizione. Sara
Un torrente d’acqua che alimenta dei semi, che poi germogliando diventeranno papaveri; il torrente rappresenta la nostra parola che scorrendo alimenta la parola dei giornalisti, facendo sì che noi, generazioni future, continuando a ricordarli, continueremo a diffondere la loro parola. Nicole
Papaveri irrigati dall’acqua, accanto ad ogni papavero la foto di un giornalista. L’acqua è la parola di tutti i giovani, che scorrendo nutre e irriga il germoglio sotterrato che è il giornalista, anche se è deceduto. Grazie alla nostra parola il giornalista rinasce nuovamente come un bellissimo papavero. Questo lavoro, oltre a diffondere le parole e le idee di questi giornalisti, deve anche ispirare altre classi, organizzazioni e giornalisti a intraprendere la loro strada e a non fermare mai la lotta contro le mafie e contro tutte le ingiustizie presenti nel mondo. Flavio
Una scia d’acqua che si ramifica in un terreno e fa crescere dei papaveri…la goccia d’acqua è la nostra parola, che fa rinascere i giornalisti e li fa parlare nuovamente. Sono venute a trovarci 2 giornaliste di “Ossigeno per l’informazione”, abbiamo parlato e poi spiegato la nostra “immagine/metafora”. Ci hanno regalato il “Pannello della Memoria”. Mi è piaciuto molto quell’incontro e credo che lo terrò sempre come ricordo, come pure gli ideali che ci hanno spinto a questo progetto: SPERANZA per un mondo migliore, dove chiunque possa esercitare le proprie libertà senza paure. Diego
Un ruscello, ovvero la parola dei giornalisti, che si dirama fino ad arrivare a dei germogli, ovvero NOI, che crescendo portiamo avanti la loro parola. Questo sta a significare che pur uccidendoli la loro parola rimarrà per SEMPRE! Martina
Un corso d’acqua – la libertà di stampa e la parola- che si ramifica per raggiungere tutti i papaveri che rappresentano i 30 giornalisti uccisi. NOI siamo l’acqua, ovvero la parola dei giornalisti che, anche se non ci sono più, continua ad esserci e persiste in NOI, il Futuro. E’ stato bello poter contribuire a questo progetto, per cercare di rendere l’Italia un posto migliore, dove la paura non regni sovrana, dove la gente sia libera di fare e pensare quello che vuole, dove i giornalisti siano liberi di cercare la verità. Samuele
Spero che questo lavoro aiuti a FARE MEMORIA nel corso degli anni. Spero che NOI GIOVANI saremo in grado di cambiare questo mondo, togliendo il dominio al silenzio e alla paura, mettendo al di sopra di tutto la PAROLA, l’INFORMAZIONE, La VERITA’, perché è questo ciò che può renderci davvero LIBERI. Lisa
LA VOSTRA PAROLA E’ UN SEME: GERMOGLIA!
Un ringrazimaneto speciale da parte della compagna del giornalista Guido Puletti
Cinzia Garolla, venuta a conoscenza del progetto, ha inviato questo messaggio a Ossigeno e agli studenti di Ostia
Voglio ringraziare l’Associazione “Ossigeno per l’informazione” per il costante lavoro di documentazione e di ricordo dei giornalisti uccisi nella ricerca della verità. Ringrazio di cuore anche tutti gli studenti e gli insegnanti della classe terza della scuola media Caio Duilio di Ostia: per l’interesse e l’impegno nella ricerca che hanno svolto perché non comune né scontato. La ricerca della verità, intesa come ricerca di conoscenza della realtà e della sua trasformazione, è sempre stato un obiettivo che Guido ha perseguito come militante politico, giornalista e scrittore. Oltre alla conoscenza della sua storia la ricerca della verità significa anche far luce sulla logica e sulle responsabilità del suo omicidio, ancora oggi ben lungi dall’essere state accertate.
Nella strada che a Brescia gli è stata intitolata c’è un muro e su questo una lapide che riporta questo brano tratto da una sua lettera inviata a un’amica croata nel 1992:
“La storia sembra essere impazzita e pare divorare tutto. Io sono convinto però, che non sia impossibile decifrare la realtà, interpretare le cause profonde e le forze principali che hanno messo in moto il corso delle cose, Non è certo un compito semplice e spesso esige enormi sacrifici”.
Credo che quello che ha scritto testimoni ciò di cui era fermamente convinto.
Cinzia Garolla