Nato a Città di Castello (Perugia), 56 anni, moglie e due figli, Baldoni lavorava da tempo a Milano. Dopo avere fatto vari mestieri, nel 1996 era diventato giornalista free lance raccontando su Linus, Specchio della Stampa, Venerdì della Repubblica le sue esperienze in giro per il mondo. Baldoni era arrivato in Iraq per la prima volta, con un accredito del Diario, due settimane prima di essere ucciso. È stato rapito insieme con l’autista Ghareen dall’Esercito Islamico, un’organizzazione fondamentalista musulmana legata ad Al Qaeda, mentre era in un convoglio umanitario per Najaf . Al termine di un ultimatum all’Italia per il ritiro di tutte le truppe entro 48 ore, Baldoni è stato ucciso. La data e il luogo sono ancora incerti. Gli assassini hanno inviato ad Al Jazeera un filmato dell’esecuzione di Baldoni: immagini agghiaccianti mai mostrate per rispetto alla famiglia.
(da Giornata della Memoria dei giornalisti uccisi da mafia e terrorismo, Roma, 2008)
(Aggiornamenti di Alberta Del Bianco e Raffaella Della Morte – 3 maggio 2020 | Grazia Pia Attolini – giugno 2020 )
Non risultano informazioni sui procedimenti avviati per la ricerca dei colpevoli.
2010 – Alla fine di lunghe e complesse ricerche, nell’aprile 2010, i resti del giornalista sono stati individuati e consegnati alle autorità italiane. Già nel 2005 era arrivato in Italia un presunto frammento osseo di Baldoni, ma i test di laboratorio ne esclusero poi la compatibilità con il Dna del giornalista.
Nel novembre del 2010, dopo ulteriori analisi del Dna che hanno accertato si trattasse del giornalista, si sono svolti i funerali a Preci (Perugia).
2020 – Il 23 giugno 2020 le spoglie sono state tumulate al Cimitero Monumentale di Milano, sua città d’adozione (leggi)
(Testo di Grazia Pia Attolini – agosto 2021)
Le fogne di Bucarest, i massacri a Timor Est, la Bogotà degli ultimi: sono alcuni degli scenari dei reportage di Enzo Baldoni, pubblicati su alcuni periodici nazionali come Specchio e Venerdì. Baldoni osserva, fotografa, parla con la gente del posto. La curiosità lo spinge soprattutto lì dove ci sono oppressi e guerriglieri. Come i ragazzi dell’ ‘Esercito di Dio’ che, al confine tra Birmania e Thailandia, difendono la minoranza dei Karen dallo sterminio condotto dalla giunta militare birmana. Guidati da due gemelli dodicenni, Baldoni si perde nella giungla sulle loro tracce. “Ma le domande che mi vengono in mente sono quelle di chi pensa a un bambino: che cosa mangeranno? Che acqua putrida saranno costretti a bere? (…) Chissà che cosa pensano, invece, i soldati birmani che in questo stesso momento danno loro la caccia (…)”. Scrive nel reportage pubblicato su Specchio nel febbraio del 2000 (leggi).
Tutti i reportage sono disponibili su enzobaldoni.com
- La Provincia di Milano ha istituito, in sua memoria, il “Premio giornalistico Enzo Baldoni” per dare un riconoscimento ai reporter di guerra italiani che si sono distinti per i loro reportage in favore della pace e dell’affermazione dei diritti universali.
- I comuni di Avola (Siracusa), Licata (Agrigento), Ragusa, Montesilvano (Pescara), Nosate (Milano) gli hanno dedicato una strada.
A Baldoni è stata dedicata una scuola professionale a Roma.
- Il suo nome è inserito anche nel Journalist Memorial del Newseum di Washington che contiene i volti e i nomi dei giornalisti uccisi mentre svolgevano il loro lavoro.
- Presso la Casa del Jazz di Roma, Baldoni è ricordato nella Lapide delle vittime innocenti delle mafie apposta all’ingresso e nel Pannello della Memoria di Ossigeno per l’Informazione.
Diversi cantautori gli hanno dedicato canzoni:
• Inferno Baghdad (A Enzo Baldoni) di Andrea Papetti
• Zolletta (Lettera a Enzo G. Baldoni) di Alessio Lega
• Occhiali rotti di Samuele Bersani
• Prendere e partire dei Gang