Il desiderio di testimoniare l’orrore umano delle guerre lo riporta a Gaza dalla quale non farà più ritorno

Questa biografia è stata scritta dalla giornalista Alberta Del Bianco

Figlio del sindaco di Pitigliano (Grosseto) e giornalista Rai Pierluigi Camilli, Simone ha collaborato con diverse testate, tra cui l’agenzia di stampa Associated Press (AP) per la quale ha lavorato in Italia, Europa e Medio Oriente. Si è laureato nel 2006 in Scienze storico-religiose, presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma, con una tesi sul rapporto tra suicidio e martirio nell’Islam contemporaneo.

Inizia la sua carriera – Ha iniziato la propria esperienza professionale nel 2005 nell’agenzia di stampa cattolica Asia News e presso la sede di Roma dell’AP per la quale ha coperto, insieme ad un team di giornalisti e produttori, uno degli eventi di maggiore rilevanza mediatica, la morte di Papa Giovanni Paolo II, il 2 aprile 2005.

Il trasferimento a Gerusalemme – Nel 2006 si è trasferito nella sede di corrispondenza dell’Associated Press di Gerusalemme dove ha seguito fino al 2014 le varie guerre israelo-palestinesi, la Seconda Guerra del Libano, gli scontri tra le principali fazioni palestinesi Fatah e Hamas, l’avanzata di ISIS in Iraq e l’emergenza profughi, i tre interventi militari Israeliani contro la Striscia di Gaza tra il 2008 e il 2014: Operazione “Cast Lead”, “Pillar of Defence”, “Protective Edge”.

Le notizie dall’Europa – Oltre che in Medio Oriente, Simone Camilli ha coperto numerosi eventi in Europa, tra cui: le elezioni presidenziali in Francia nel 2007, le celebrazioni per la Dichiarazione di indipendenza del Kosovo del 2008, la Seconda guerra in Ossezia del Sud (2008) e il Naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio (2012).

In Libano – A metà del 2014, Camilli si è trasferito all’ufficio di corrispondenza dell’AP a Beirut, in Libano.

La morte a Gaza nel 2014 – Il desiderio autentico di Simone di testimoniare il dramma umano delle guerre, attraverso principalmente l’uso delle immagini che riprendeva, è stato il motivo per cui è tornato a Gaza nell’agosto del 2014, a quasi un mese dall’inizio del conflitto. Il 13 agosto, un giorno di tregua dichiarata tra Hamas e l’esercito Israeliano, aveva deciso di documentare, attraverso il video, le conseguenze delle bombe rimaste inesplose sul terreno, continuando a uccidere o mutilare persone. Insieme con l’interprete Ali Shehda, Abu Afash e un fotografo dell’AP Hatem Moussa, dunque, aveva accompagnato con la propria telecamera una squadra di artificieri della polizia di Gaza nella loro routine quotidiana. La deflagrazione improvvisa di un ordigno nei pressi di Beit Lahia, nel nord della striscia di Gaza, in circostanze non del tutto chiarite, ha ucciso Simone, Abu Afash e quattro poliziotti, oltre a ferire Hatem Moussa. Simone ha lasciato una compagna e una figlia, di 3 anni. Il giorno dell’incidente, è stato ricordato da Papa Francesco Bergoglio in una preghiera con decine di giornalisti durante il volo che li conduceva in Corea del Sud.

Simone Camilli è uno dei diciassette giornalisti morti durante il conflitto nella Striscia e uno dei 66 uccisi nel mondo nel 2014.

(Fonte Wikipedia)

 


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