Trascrizione di sei corrispondenze da Tblisi per Radio Radicale

“Nel silenzio dell’informazione, continuano i combattimenti, continua la strenua difesa da parte dei ceceni del loro territorio e della loro indipendenza nei rispetti del governo russo e della politica di Putin”. Inizia così una delle ultime corrispondenze di Antonio Russo, inviato di Radio Radicale da Tblisi, in Georgia, da dove da mesi seguiva il conflitto scoppiato nell’agosto del 1999 e combattuto dall’esercito della Federazione russa, per riottenere il controllo dei territori conquistati dai separatisti ceceni. Antonio Russo fu ucciso il 16 ottobre 2000, non si sa come e da chi. Il suo corpo senza vita fu ritrovato vicino Tblisi con chiari segni di tortura. Aveva quarant’anni (leggi).

In occasione del ventiduesimo anniversario dalla sua uccisione, Ossigeno per l’informazione ripropone, in trascrizione, sei corrispondenze scelte tra quelle che ha realizzato dal luglio 2000 fino al 10 ottobre per far conoscere la guerra di Putin in Cecenia. Gli audio originali, digitalizzati nel 2020, sono conservati nell’archivio di Radio Radicale e accessibili a tutti.

Trascrizioni a cura di Grazia Pia Attolini per Ossigeno

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LA GUERRA RUSSO-CECENA: ULTIMI SVILUPPI. LA RICHIESTA, AVANZATA DALLA RUSSIA, DI ESPELLERE IL PARTITO RADICALE TRANSNAZIONALE DALL'ONU

28 luglio 2000 – Devo sottolineare un fatto cioè che, rientrato qui a Tbilisi dopo l’ultima missione di circa tre mesi fa, gli amici ceceni mi hanno immediatamente rintracciato, hanno saputo che ero qui a Tbilisi, in Georgia, e mi sono venuti a trovare. Ormai si è instaurato un rapporto di amicizia e anche di fiducia, forse per il modo con cui noi cerchiamo di lavorare. Per quello che riguarda la copertura giornalistica ovviamente non c’è. Ci sono stati degli ultimi attacchi nell’ area cecena, poi nell’ aria limitrofa, sei missioni sono state portate avanti di cui una di queste missioni era kamikaze, come già qualche giorno fa abbiamo visto in televisione: era particolarmente evidente l’entità. Meglio specificare di cosa si tratta: una persona che si imbottisce di dinamite e poi si lancia sull’obiettivo. Solo questa operazione ha portato alla morte di 35 russi. Le altre cinque missioni sono state di guerriglia e hanno portato alla morte complessivamente di circa 300 russi. È cambiata la guerriglia, è cambiata la tecnica: adesso si muovono in piccoli gruppi difficilmente controllabili. Tra l’altro, gli stessi russi hanno rinunciato all’ uso degli elicotteri e dei cosiddetti missili Rockets, che venivano sparati da questi elicotteri con una forma molto simile agli americani, in quanto è impossibile centrare questi piccoli obiettivi. In realtà questi gruppi che si muovono riescono a essere efficienti sul terreno. Il conto, appunto, secondo le notizie ultime che sto dando, ammonta a circa trecento russi uccisi in queste missioni.

Qual è la previsione, quale la possibilità della guerra? Purtroppo, i russi come Putin si sono infangati in un’area e in una situazione, quale quella della Cecenia, che sembra non avere una soluzione da entrambe le parti, soprattutto perché da parte di Mosca c’è la rigidità di Putin che conosciamo bene nei rispetti della questione cecena. Di fatto ieri guerriglieri ceceni sono convinti a combattere e stanno andando avanti su questo tipo di offensiva. Ricordiamoci che l’inverno qui inizia anche presto, quindi questo sarà un ulteriore problema per l’armata russa. Va detto anche che in Cecenia al momento sono stanziati circa quasi duecento mila soldati, il che fa capire l’entità dell’ operazione, dello sforzo militare, che però ha una sua valenza ovviamente politica di riaffermazione su un territorio anche forse – qui ovviamente ve ne prendo io la responsabilità – su quella che è la possibilità di riprendere una roccaforte, quella caucasica e quindi poi Mar Caucaso, il Mar Nero, dove la Russia ha perso su tutta la linea anche in termini economici, di controllo dei porti per quanto riguarda il trasporto del petrolio e via dicendo – ecco tutto questo è un prezzo altissimo che rischia di pagare Putin se non riesce prima dell’ inverno a chiudere la questione cecena. Qui in Georgia alcuni dicono che i ceceni ormai hanno perso e che quindi non c’è possibilità per loro, però è anche vero che continua l’offensiva, è anche vero che le perdite militari da parte russa sono ingenti, come ti stavo dicendo, in aggiunta: in uno di questi attacchi un carrarmato è stato fatto fuori dalla resistenza appunto tra i gruppi guerriglieri ceceni e anche un elicottero in area di controllo, e quindi anche di possibile attacco, è stato abbattuto dalle forze guerrigliere cecene. Quindi da questo punto di vista i costi anche in termini umani, oltre che monetari, sono ingentissimi per Mosca. Putin se vuole riaffermare un’immagine di una Russia forte deve assolutamente risolvere la questione prima di settembre-ottobre altrimenti si troverà di nuovo infangato nell’ inverno, nel lungo inverno caucasico che gioca comunque a favore dei guerriglieri partigiani ceceni e non certamente dei soldati russi, poi sappiamo anche quel è il loro trattamento.

[…] Fra i vari silenzi – non c’è solo quello appunto politico internazionale di cui noi cristiani siamo ovviamente coinvolti – c’è anche quello umano, c’è quello dei profughi e delle persone che non sono potute stare più in Cecenia e sono diasporizzate in Daghestan, Inguscezia, Georgia e via dicendo. Io sto seguendo personalmente un caso di un ragazzo che sono andato a trovarlo appunto due giorni fa all’ ospedale, malato di tubercolosi fortunatamente all’inizio, di cui me ne sono preso carico proprio personalmente, nonostante avessi fatto a suo tempo dei reportage per la nostra radio, definendo quello che era il problema di profilassi e di tipo medico per quanto riguarda appunto la situazione dei profughi. Ero riuscito stranamente a far muovere la Croce Rossa e Medici senza frontiere per controllare un singolo caso e mi venne detto che in realtà non era un fatto di tubercolosi, ma semplicemente un fatto di forte bronchite. Si conferma a distanza di tre mesi quella che era stata la mia impressione, per motivi di esperienza forse di campo, che il ragazzo di circa ventiquattro venticinque anni è affetto appunto la tubercolosi fortunatamente all’ inizio e io lo sto seguendo personalmente senza che ci sia un minimo interessamento da parte delle organizzazioni internazionali. Ecco, secondo me questo è grave, questo è quello che volevo aggiungere, da denunciare. Non voglio e non riesco a immaginare quale sia la situazione in Inguscezia dove circa duecento mila profughi ceceni sono lì sotto il ricatto politico di Mosca, dove lo stesso UNHCR ha dei grossi problemi per poter lavorare, quale possano essere le loro condizione, parliamo di gente che vive nelle tende. Antonio Russo per Radio Radicale

(Audio originale qui)

LA RESISTENZA CECENA RIVENDICHEREBBE ANCHE L'AFFONDAMENTO DEL SOTTOMARINO RUSSO KURSK NEL MARE DI BARENTS

9 settembre 2000 – Sono qui da Tbilisi, dopo un po’ di giorni di silenzio, sempre per quanto riguarda la questione cecena di cui purtroppo bisogna lamentare una mancanza d’ informazione anche in Italia, anche perché ho la possibilità di vedere qui via satellitare la televisione e vedo che appunto c’è una assenza completa di un minimo di informazione su quella che è la problematica cecena e generalmente quella caucasica. Comunque tra le notizie ultime che sono riuscito a reperire c’è stata questa che il sindaco del villaggio di Dervnosca nella parte nord della Cecenia, che viene considerata una parte sotto controllo russo e quindi filorussa anche per certi versi, almeno come viene interpretata appunto dai ceceni, è stato ucciso in una dichiarazione proprio ufficiale fatta dal tribunale musulmano cioè dalla Sharia che avrebbe deciso l’ uccisione di Rusla in quanto filo russo, in quanto in cooperazione appunto con le azioni militari che ci sono in Cecenia. Questa operazione è stata portata avanti dal comandante che ha espresso questa accusa dal tribunale mussulmano Sharia, appartenente al gruppo Jamal, uno dei gruppi più forti diciamo come combattenti all’ interno del territorio ceceno. Ieri notte hanno eseguito la condanna. Ovviamente sappiamo bene che è un tribunale alquanto veloce e anche primitivo per certi versi, però di fatto sappiamo quella che è la situazione in Cecenia con i combattimenti e con appunto l’offensiva che è stata portata avanti da parte dei russi.

Altra notizia interessante in Daghestan dove la polizia arrestato un gruppo di gangster, così definiti, che sarebbero stati i responsabili di circa trenta rapimenti e circa cinque omicidi sempre con l’etichetta cecena. Quindi è interessante come notizia poi vedremo nelle prossime ore, nei prossimi giorni, di avere maggiori dettagli. Ultimissima notizia nei giorni precedenti Khattab che è uno degli altri capi della resistenza cecena avrebbe dichiarato in interviste che in realtà I’incidente del sottomarino di Kursk che noi abbiamo visto in televisione sarebbe stato causato da appunto dei kamikaze daghestani ceceni proprio come provocazione. Infatti, l’esplosione sarebbe capitata nel primo scompartimento del sottomarino dove erano questi tre kamikaze che avrebbero poi innescato l’esplosione interna per quanto riguarda il motore nucleare con cui funziona ovviamente il sottomarino. Questo è interessante perché contrasta con l’altra ipotesi invece che ci sarebbe stato un incidente di una nave russa che avrebbe tirato un esplosivo marino, cioè un missile, che avrebbe colpito appunto questo sottomarino, un incidente di percorso. Cosa sembra strana come spiegazione in quanto le navi almeno dagli anni Cinquanta in poi, ma già nella seconda guerra mondiale, esistevano i sonar che avevano la capacità di poter tranquillamente registrare sui loro monitor la presenza di sottomarini o altri oggetti che potevano essere pericolosi o sospetti. Quindi questa tesi è interessante. Sembra strano come la dichiarazione di Khattab sia stata mandata nelle stampe internazionali. Io ho chiesto verifica e mi hanno detto che se Khattab ha fatto una dichiarazione del genere questo significa che l’ipotesi è credibilissima, anche in quanto Khattab nella sua tradizione ha il credito appunto di essere una persona che non dichiarare il falso così in maniera gratuita. Ecco queste sono le notizie al momento poi daremo ulteriori aggiornamenti. Antonio Russo per Radio Radicale

(Audio originale qui)

LA VERITÀ SUL RAPIMENTO DI DUE INFERMIERE DELLA CROCE ROSSA AVVENUTO NEI MESI SCORSI IN GEORGIA

19 settembre 2000 – Mi trovo qui a Tbilisi sempre per seguire da vicino, soprattutto quando ho la possibilità di poter entrare in area cecena, il conflitto russo-ceceno che purtroppo vive in questi momenti un profilo molto basso sia in termini bellici e sia in termini informativi. Per quanto riguarda la situazione bellica, i combattimenti continuano con una minore offensiva da parte dell’ esercito e dei corpi speciali russi, corpi speciali che si danno il cambio ogni tre mesi per dare spazio alle nuove truppe fresche, però c’è l’ accusa da varie fonti che nel momento in cui questi corpi speciali lasciano la Cecenia, si lasciano a una serie di violenze nei confronti della popolazione dei vari distretti ceceni: saccheggiano tutto quello che possono saccheggiare, entrando nelle abitazioni, ci sono state anche delle uccisioni. È un fatto estremamente scandaloso perché è un modo quasi barbaro di lasciar mano libera a questi corpi speciali di poter continuare a fare violenze alla popolazione civile.
Altra notizia è che il capo dell’amministrazione cecena, che dai ceceni è stato sempre considerato un filorusso, ha invece affermato che se i russi continueranno le violenze contro la popolazione civile lui stesso scenderà in campo per difendere questa popolazione. Questa è stata un’affermazione che ha lasciato alquanto attoniti anche i vertici ceceni proprio perché non avevano la benché minima fiducia conoscendo il personaggio.
Per quanto riguarda le battaglie, come detto, il profilo è basso. Ci sono più che altro scontri fra vari gruppi di Basaev e di (nome), però di fatto per quanto riguarda i russi questo costa ogni settimana circa cento morti. Per esempio, l’altra settimana ci sono stati già una cinquantina di russi uccisi e settantacinque feriti. Questo quindi fa vedere come comunque la resistenza cecena sia estremamente forte.

Ultima notizia interessante che mi ha preso tempo per investigare riguarda, come si ricordano gli ascoltatori, il rapimento che ci fu delle due donne della Croce Rossa nell’ aria di Pankisi, qui in Georgia, area che tra l’ altro conosco molto bene. Sembrava che questo rapimento fosse per motivi di soldi, in realtà non c’è stato alcun pagamento – la Croce Rossa non è avvezza a pagare i riscatti dei loro collaboratori – e non c’erano stati neanche commenti o ulteriori specifiche su come era andata la situazione. Sono poi venuto a sapere da fonti sicure che il rapimento era stato organizzato da un gruppo di sei cistinsi, come vengono chiamati qui, cioè ceceni che ormai vivono da decenni qui in Georgia infatti parlano perfettamente georgiano, e due georgiani. Sembrerebbe, tra l’altro, che la cosa sia stata orchestrata anche con alcuni dei servizi segreti georgiani dell’ aria di Pankisi e il rilascio delle due infermiere – una di queste era tra l’ altro italiana anche se vive a Lugano in Svizzera – in realtà si è effettuato come uno scambio con il governo georgiano di sei prigionieri, poi considerati banditi o comunque appartenenti a organizzazione criminosa sempre cistinsa. Questa è la realtà emersa di fatto dopo le indagini varie che ho potuto effettuare sul campo. Queste sono al momento le notizie ultime che vi posso dare. Antonio Russo per Radio Radicale

(Audio originale qui)

MARCIA PER LA PACE AL CONFINE GEORGIANO-CECENO PER CHIEDERE LA FINE DELLA GUERRA RUSSO-CECENA

21 settembre 2000 – La notizia che volevo dare, secondo me importante, e non so se sia stata battuta anche dalle agenzie, è che ci sarà una manifestazione di marcia per la pace alla frontiera della Nord Ossezia Alania, sarebbe cioè la frontiera che permette di entrare in Inguscezia. Più di due mila persone hanno manifestato e hanno preso appunto parte a questa manifestazione protestando e domandando una immediata fine della guerra, degli assalti, degli abusi soprattutto che vengono portati nei confronti dei civili dai corpi speciali russi. I profughi hanno anche richiesto che i media russi cioè l’informazione russa sia onesta nel dare le informazioni esatte di quello che sta succedendo in Cecenia e sugli sviluppi della guerra nell’ aria cecena, incluse le conseguenze che la popolazione cecena sta pagando da questo punto di vista. Sempre questa manifestazione che ha avuto corso, non ha senso da parte del ministero del gabinetto russo non dare la copertura di queste notizie. Una vittima di questi soprusi da parte dell’esercito russo, con la quale ho parlato, ha dichiarato che tutta la sua famiglia è stata uccisa dalla milizia russa e che lui si sente ormai una persona disperata in quanto è rimasto solo. Erano circa diciotto le persone che sono state uccise dalla milizia russa. E descrive anche quale è stata la tecnica portata avanti dai miliziani russi nei rispetti di questa uccisione, nel senso che sono entrati in casa dopodiché hanno ucciso i suoi parenti; sua moglie che è una veterana della seconda guerra mondiale, tra l’altro anche decorata, è stata uccisa in quanto accusata di essere una terrorista. Questa testimonianza – insieme all’ altra testimonianza anche qui è stata distrutta completamente la sua famiglia nel villaggio di Cerro Cheyenne e il villaggio vicino all’ aria di Grozny – dimostra quello che sta succedendo e continua a succedere in Cecenia nell’ indifferenza sia dell’informazione sia anche da parte della comunità internazionale.

Invece nella frontiera tra la Cecenia e il Dagestan sono stati arrestati dai russi due profughi ceceni che per riuscire a scappare erano appunto feriti in vari punti anche perché purtroppo le strade per poter valicare sia l’Inguscezia sia la il Daghestan sono strade di montagna – parliamo di montagne di altezza dai tre mila ai quattro mila metri – sono stati arrestati con il sospetto che fossero dei terroristi. Purtroppo, di questi due non si hanno più notizie, non si sa quale sia il loro destino. Vedremo poi nei prossimi giorni, nelle prossime ore quale sarà la loro sorte. Queste al momento sono le informazioni più importanti da dare nel rispetto della situazione in atto in Cecenia.
Ovviamente il conflitto è al momento su un basso profilo in termini di combattimenti, però la possibilità di offensive cecene nei rispetti della parte russa rimane comunque estremamente forte. C’è una media dai settanta ai cento russi che vengono uccisi nei vari raid portati avanti dei gruppi di Basaev; ricordo comandanti partigiani ceceni insieme a Ghilaiev, un altro comandante appunto di questi gruppi partigiani. Quindi per i russi la situazione rimane comunque estremamente complessa: anche qui informazioni tenute estremamente nascoste dai media russi, dalla televisione proprio perché forse questo potrebbe creare ulteriori problemi a Putin dopo anche l’ ultimo incidente di Kursk, del sottomarino dove centodiciotto russi sono morti per idiozia burocratica, come si dice, da parte del Governo russo. Antonio Russo per Radio Radicale

(Audio originale qui).

LA GEORGIA BLOCCA AI RIFUGIATI CECENI L'INGRESSO NEL PAESE

3 ottobre 2000 – La situazione in Cecenia continua e purtroppo vive anche il silenzio dell’informazione, questo perché tra l’altro molti giornalisti che si trovano in Inguscezia sono bloccati e non hanno la possibilità di poter entrare in Cecenia per filmare e per documentare quello che sta succedendo. La cosa interessante al momento è qui Georgia, dove i ceceni che cercano di entrare in Georgia hanno problemi nei confronti del controllo da parte della polizia frontaliera georgiana. Non c’è nessun documento ufficiale da parte del governo georgiano di bloccare e di non dare asilo e possibilità ai ceceni di entrare in Georgia, ma di fatto ci sono una serie di condizioni da parte della polizia che non permette ai ceceni di entrare. Ci sono stati diversi episodi, sto cercando di fare una documentazione e di mandarla a Bruxelles proprio per discutere di questo caso e del motivo per cui c’è questo nei confronti dei ceceni in Georgia, visto il fatto che, tra l’altro, c’è un una relazione storica, sociale con i ceceni e che quindi potrebbe tranquillamente creare un’amicizia e un rispetto verso i ceceni. Questo sarà da vedersi, speriamo che poi la comunità internazionale si muova.

Io voglio dare un caso di questo ragazzo di ventott’ anni, ragazzo ferito alla schiena esattamente nella zona renale che è riuscito fortunosamente ad andare in America per avere una assistenza medica chirurgica. Sembra, però, che ci siano stati dei problemi: è rientrato in Turchia cioè a Istanbul, dopodiché ha cercato proprio ieri di rientrare qui Georgia perché un medico, uno dei più grossi medici chirurghi, ha dato la disponibilità per dare la massima assistenza. Lo ha atteso in aeroporto. Il ragazzo si chiama Isakov. Si è recato qui nell’aeroporto di Tblisi e ha dovuto, come nella norma, aspettare il controllo dei documenti. Nel momento in cui è stato visto il passaporto ed è stato accertato che era ceceno è stato bloccato nell’aeroporto. Dopodiché la polizia frontaliera georgiana ha rimandato indietro questo ragazzo che al momento appunto da ieri è rientrato a Istanbul. È una situazione estremamente grave perché non ci sono da parte del governo dichiarazioni ufficiali né alcun documento ufficiale dei rispetti dei ceceni di bloccarli alla frontiera con la Georgia per poter entrare con la speranza di poter sopravvivere. È una situazione al momento estremamente strana perché ufficialmente il governo ha un rapporto abbastanza buono, di amicizia nei rispetti della questione cecena, perché i ceceni sono una delle tante etnie caucasiche e quindi c’è anche una comunanza storica, però il fatto che in via non ufficiale si arrivi a questi comportamenti è veramente strano, oltretutto è un estrarre un po’pericoloso.

Con la radio cerco di dare l’informazione sulle difficoltà che i ceceni stanno passando non solo nei termini della guerra ma anche per quelli che cercano di salvarsi e di scappare in territori dove ci sia una possibilità di pace, non parliamo in termini di possibilità di lavoro o di economia, ma comunque di pace dove non ci sia appunto la guerra. La Georgia in questo in questo momento come in altre situazioni, che cercherò appunto di documentare, si sta dimostrando in realtà abbastanza restia a ospitare i ceceni nel proprio territorio. Questo è grave. Io ho dato l’esempio di questo ragazzo, che secondo me è emblematico. Questo ragazzo era ferito, con un problema alla spina dorsale, cammina con le stampelle, nonostante ci fosse stato l’interessamento di questo di questo medico ben conosciuto in Georgia, che si chiama esattamente Bucherasvli, il quale personalmente si è interessato del caso, è stato rimandato indietro a Istanbul. Ovviamente vi lascio immaginare quale sia stato il sacrificio anche fisico per poter venire da Istanbul a Tbilisi. Questa al momento è la situazione in atto. Ci sono una serie di politiche di chiusure che purtroppo coinvolgono anche la Georgia. Forse la Russia con le sue pressioni chiede questo tipo di atteggiamento, o forse un atteggiamento interno ma che lo vedo molto difficile perché da quando io mi trovo qui, ormai sono mesi, non vedo inimicizia da parte dei georgiani nei confronti dei ceceni, tutt’altro, quindi sembrerebbe essere più una decisione a livello politico. Questo secondo me è grave e bisogna denunciarlo. Antonio Russo per Radio Radicale

(Audio originale qui)

PROSEGUE LA RESISTENZA ALL'ESERCITO RUSSO

10 ottobre 2000 – Mi trovo qui a Tbilisi per seguire la situazione della Cecenia. Come al solito, soprattutto in questo ultimo periodo nel silenzio dell’informazione, continuano i combattimenti, continua la strenua difesa da parte dei ceceni del loro territorio e della loro indipendenza nei rispetti del governo russo e della politica di Putin, presidente della Federazione russa. In questi incidenti possiamo dire che per i russi non è facile la sopravvivenza soprattutto adesso poiché inizierà di nuovo l’inverno sarà un altro inverno difficile per entrambe le parti, ma forse hanno molto più buon gioco i ceceni in quanto hanno una maggiore conoscenza dello stesso e anche una maggiore capacità di sopravvivere nelle difficoltà dell’inverno ceceno. In questi giorni tre ufficiali russi sono stati uccisi: uno è un maggiore dell’ex KGB o come viene chiamato adesso FSB, un altro invece è un mercenario nell’ esercito russo e un soldato. Sono stati uccisi con un’operazione di attacco portato avanti dai ceceni e con l’uso anche di mine antiuomo. Questo purtroppo è un grosso problema che quando si farà si riuscirà a ottenere una pacificazione dei conflitti in Cecenia risulterà, come per altre zone del mondo, un grosso problema. Sembra che ci siano circa cinquecento mila mine antiuomo messe nel territorio ceceno, ma forse molto di più. Il problema è purtroppo la possibilità di monitorarle. C’è stato poi un altro attacco che ha distrutto un camion militare, uno dei camion di trasporto militari, anche questo perché è stato soggetto a bombardamento da parte di un attacco dei ceceni. Dalle notizie che si hanno, dieci soldati sarebbero feriti, però si pensa che in realtà sono morti: questa è purtroppo l’informazione che i russi cercavano di minimizzare quando ci sono incidenti e danni ne rispetti del loro esercito, anche da un punto di vista proprio di propaganda. Cosa invece interessante che è stato purtroppo ucciso uno dei comandanti in capo alla resistenza cecena (nome). C’è stata da parte della televisione russa una grande reclame su questo successo nei rispetti appunto dell’uccisione del comandante considerato uno dei capi più importanti e soprattutto con grandi capacità militari, infatti controllava una ampia zona cecena. Sembrerebbe stato ucciso, come era stata data la notizia, in un attacco che avrebbe fatto nei rispetti russi nei dintorni di Grozny. Da altre informazioni che ho, invece, sembra che sia stato ucciso in realtà in casa e sembra che sia stato possibile questo perché tradito da elementi ceceni che hanno dato informazione ai russi per poter a catturare e ucciderlo. Analizzandolo il filmato sembra appunto che il corpo sia stato portato in campo aperto per dimostrare la morte del comandante e non sembra molto realistico il fatto che in combattimento sia stato ucciso. Comunque queste sono le due versioni che do, quest’ultima l’ho presa da testimonianze ufficiali da ceceni. Comunque sta di fatto che questa uccisione ha scioccato gli stessi ceceni: è una perdita grave per loro, forse anche in termini della resistenza, della strategia che stanno portando avanti per resistere contro l’ attacco e il continuo della guerra da parte dell’ esercito russo. Questo al momento sono tutte le notizie che vi posso dare, purtroppo non è facile avere le notizie perché c’è anche oscuramento da parte russa di poter usare satellitari e quindi potersi mettere in comunicazione con ceceni partigiani e comandanti, però comunque si riesce a trovare e avere informazioni. Questo al momento appunto quanto ti posso dare come situazione. Antonio Russo per Radio Radicale.

(Audio originale qui)

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