Quando Almerigo Grilz decide di abbracciare definitivamente e in via esclusiva la professione giornalistica si dimette dalla carica di consigliere comunale della sua città natale, Trieste, senza tuttavia abbandonare quella militanza politica, sempre a destra, che lo ha visto prima dirigente e capo del Fronte della Gioventù triestino, fino a diventare nel 1977 sempre di FdG vicesegretario nazionale e poi esponente di spicco fra le fila del Movimento Sociale Destra Nazionale.
Dalla fine degli anni Settanta in poi Grilz è, come ama definirsi, inviato di guerra indipendente, freelance, nei territori più “caldi”: dall’Afghanistan occupato dalla Russia, al Libano contrapposto a Israele, all’Etiopia sconvolta dalle guerriglie, alla Cambogia, alla Thailandia, alle Filippine, all’Angola. I suoi resoconti vengono rilanciati da Cbs, France 3, Nbc, Panorama e Tg1. Nel 1983 con Gian Micalessin e Fausto Biloslavo fonda la Albatros Press Agency, un’agenzia giornalistica che produrrà servizi scritti, fotografati e filmati in aree del mondo interessate da fenomeni bellici o rivoluzionari. Quattro anni dopo, il 19 maggio 1987, Grilz verrà ammazzato da un “proiettile vagante” a Caia in Mozambico mentre con la cinepresa sta filmando una battaglia fra i miliziani del fronte Renamo e quelli fedeli al governo in carica. Dal 2001 il capoluogo giuliano ha una strada intitolata ad Almerigo Grilz, giornalista, una piccola via sul lungomare di Barcola.
(da Giornata della Memoria dei giornalisti uccisi da mafia e terrorismo, Roma, 2008)
Durante i suoi viaggi, Almerigo Grilz con la sua biro annota su carta gli spostamenti, descrive i paesaggi, le battaglie, le persone che incontra; disegna cartine geografiche e ciò che vede. Scrive diari, resoconti di viaggio, appunti da cui avrebbe tratto le sue cronache pubblicate su testate nazionali e internazionali.
Leggi L’ultima pagina dei diari di Almerigo Grilz, 18 maggio 1987, Mozambico