Colloquio con Gianmario Siani in occasione del 36esimo anniversario dall’uccisione e dell’uscita del volume “Giancarlo Siani. Il lavoro. Cronache del novecento industriale 1980-‘85”
di Raffaella Della Morte – Una visione ampia. Una particolare attenzione ai temi del lavoro, alla lotta alla disoccupazione e alla tutela delle fasce deboli. Un faro sempre acceso sulla libertà di informazione, organo di democrazia e strumento per chi non ha voce. Giancarlo Siani non è soltanto lotta alla camorra. L’opera “Giancarlo Siani. Il lavoro. Cronache del novecento industriale 1980 – ‘85”, curata da Isaia Sales e presentata alla Camera dei Deputati giovedì 23 settembre 2021, con il Presidente Roberto Fico e i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, ne delinea un ritratto quasi inedito, sconosciuto ai non addetti ai lavori. Grazie alla raccolta dei suoi stessi scritti, emerge un Giancarlo che coniuga alla lotta all’illegalità, l’impegno civile e la battaglia per i diritti.
Conosciuto da tutti come il “giornalista – giornalista” che perse la vita 36 anni fa, il 23 settembre del 1985, per mano del clan criminale della famiglia Nuvoletta (leggi la sua storia), “Giancarlo – spiega il nipote Gianmario Siani, presidente della Fondazione Giancarlo Siani – ha scritto più di seicento articoli e quello del lavoro, della lotta alla disoccupazione è uno dei temi più battuti”. La presentazione del libro rientra tra gli appuntamenti della XVIII edizione del Premio Giancarlo Siani che la Fondazione, anche quest’anno, ha organizzato con la Fondazione Polis, l’ordine dei Giornalisti della Campania, il Sindacato unitario dei Giornalisti della Campania, l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, il quotidiano il Mattino, l’AsCenDeR- Associazione Centro di Documentazione e Ricerca in occasione dell’anniversario della morte, ma anche del compleanno di Giancarlo, che cadeva il 19 settembre, quattro giorni prima della data in cui sarebbe stato ucciso. “Trentasei anni sono un numero maggiore degli anni che ha vissuto, eppure continuiamo a parlare di Giancarlo, a ricordarlo, a seguire la strada che ci ha indicato”, ha detto Gianmario, commentando il calendario delle iniziative.
Del volume “Il lavoro”, Ossigeno ha potuto leggere due scritti. Il primo pubblicato su “Il Mattino” il 9 marzo del 1983 intitolato “Fabbriche in declino” (leggi) e relativo alla crisi che aveva colpito tre grosse aziende del territorio campano, operanti nel settore dell’edilizia; il secondo, pubblicato su “Il lavoro nel Sud”, novembre – dicembre 1980, dal titolo “Lavoro, cultura e informazione” (leggi), legato ai problemi del sistema informativo e alla difficoltà dei mass media di comunicare a tutti. “Giancarlo era attentissimo a quello che succedeva intorno a lui; se sostituissimo i nomi delle aziende del tempo con le aziende attualmente in crisi, quegli articoli potrebbero riportare la data dell’altro ieri – commenta ancora Gianmario – Pubblicare questa raccolta significa per noi schierarci, decidere da che parte stare. Parlare di questi temi, di quei problemi antichi e sempre nuovi, significa analizzarne le cause e prendere coscienza che è proprio lì, in quelle difficoltà, in quei vuoti che si insinua la malavita. Oggi, in Italia, dopo la crisi scatenata dalla pandemia di Covid -19, sono arrivati i fondi del PNRR. Lo Stato ha garantito di vigilare affinché quei soldi vengano spesi con onestà, reprimendo ogni tentativo di infiltrazione criminale. Negli anni 80, al tempo in cui Giancarlo scriveva questi articoli, in Campania, c’era stato il terremoto. Anche in quel caso era erano arrivati i fondi per la ricostruzione. La criminalità aveva compreso il grosso giro d’affari che ne poteva trarre. Iniziò la commistione tra politica e malavita. E Giancarlo lo aveva capito”.
Altrettanto lucide ed estremamente attuali sono le riflessioni di Giancarlo sulla libertà d’informazione e sui problemi del giornalismo. La condizione di precario vissuta da Giancarlo, lo accomuna ai tanti giornalisti che oggi, senza alcuna tutela, rischiano minacce e intimidazioni per svolgere con serietà e coraggio il proprio lavoro. “C’è un articolo del 1979 che non fa parte della raccolta e che si intitola ‘Da grande voglio fare il giornalista’; dal titolo sembrerebbe un temino di scuola – ricorda con il sorriso Gianmario – ed è invece sconvolgente l’attualità dell’analisi sui problemi di accesso alla professione”.
L’IMPEGNO DELLA FONDAZIONE CON I GIOVANI – Per la Fondazione Siani gli investimenti sulla cultura e la repressione dei fenomeni criminali, con l’aiuto di magistrati e forze dell’ordine, sono le armi per combattere la battaglia dell’illegalità. “Mi piace dire che facciamo antimafia sociale. Bisogna partire dai ragazzi – afferma Gianmario – dai più piccoli, perché un ragazzo perso, qualunque sia la sua storia anche se fatta di sbagli ed errori, è una sconfitta per tutti”.
Gianmario spiega che con la Fondazione incontrano centinaia di ragazzi, “parliamo loro di Giancarlo e diciamo loro che non era un “mito”, ma un ragazzo normale, che amava la vita, la musica, aveva una fidanzata, era innamorato della politica, era curioso e si batteva per combattere le ingiustizie sociali, le disuguaglianze”; poi illustra alcune attività della Fondazione e si dice contento per la vicinanza e l’apprezzamento che molti giornalisti dimostrano all’associazione. Quest’anno il premio Siani è stato consegnato a Lirio Abbate, giornalista sotto scorta e vicedirettore de L’Espresso; sono stati premiati Pif e Marco Lillo per il libro “Io posso. Due donne sole contro la mafia”; Antonio Mattone che ha raccontato in un volume l’omicidio di Giuseppe Salvia, vicedirettore del carcere di Poggioreale ucciso per mano della camorra. “La loro vicinanza ci indica che siamo sulla strada giusta”, afferma Gianmario sottolineando anche l’apprezzamento che la Fondazione nutre per l’Osservatorio “Ossigeno”: “siamo animati dall’impegno comune del ricordo di chi ha perso la vita per svelare scomode verità e della difesa della libertà d’informazione. Anche l’esperienza di papà (il deputato e medico Paolo Siani, fratello di Giancarlo ndr) è stata fondamentale per capire il percorso da seguire. Abbiamo messo in campo progetti per combattere la povertà educativa, che quando è presente nelle famiglie si riverbera nei bambini. Già prima della nascita della Fondazione Giancarlo Siani avevamo creato – con la Fondazione Polis e con l’associazione Nati per leggere – una serie di punti lettura in diverse zone della città. Nonostante le difficoltà presentate dal Covid, abbiamo provato a non spezzare il legame con i nostri ragazzi e con i bambini e da un’idea di mia sorella Ludovica (vicepresidente della Fondazione ndr) è nato il progetto “Favolette”, realizzato grazie all’arte di alcuni amici scrittori che sostengono le iniziative dell’associazione. Si tratta di podcast che i bambini possono ascoltare; all’audio è legata un’illustrazione che possono loro stessi colorare. Fare quello che facciamo con la Fondazione – conclude Gianmario – è per me, per mia sorella Ludovica, assolutamente normale, naturale. Devo e voglio ricordare Giancarlo per fare in modo che quanto accaduto trentasei anni fa, non accada più”.